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I disoccupati di Marienthal

18/08/2007 36180 lettori
5 minuti

Le scienze sociali hanno spesso avuto il problema di non riuscire a distaccarsi con facilità dalla mera analisi storico-letteraria dei propri materiali e ad entrare nell’ottica della ricerca empirica, la quale è stata da sempre considerata come uno spazio riservato alle mere scienze naturali. In Italia, mentre la psicologia e la sociologia sono riuscite nel tempo a sviluppare metodi standardizzati di analisi empirica sia qualitativa che quantitativa, le scienze della comunicazione, che di questi campi di studio è allo stesso tempo figlia e punto di incontro, sono per lo più rimaste legate all’aspetto letterario e teorico della propria disciplina.

Per poter uscire da questo stallo è importante guardare al passato per poter capire la nostra storia, quello che è già stato fatto e da dove quindi noi possiamo cominciare e progredire.

Questo libro che qui viene presentato è quindi da considerare come un punto di partenza, una delle prime ricerche sociali di tipo empirico quantitativo svolte in Europa. Ideatore e responsabile di questo progetto atto ad analizzare gli effetti della disoccupazione in larga scala su un paesino dell’Austria fu Paul Felix Lazarsfeld, uno dei massimi ricercatori mondiali delle scienze sociali, il quale, dopo la sua emigrazione negli Stati Uniti sviluppò inoltre la Teoria degli Opinion Leader e attraverso essa aprì le porte all’idea degli effetti limitati dei mass media sul pubblico, ribaltando le teorie sugli effetti diretti perpetuate dal behaviorismo all’inizio degli anni cinquanta.

A dispetto delle ricerche degli anni successivi, questo progetto è però da considerasi più strettamente sociologico, in quanto i media svolgono solamente un ruolo marginale all’interno dello studio. Importante è qui però per noi più che l’oggetto della ricerca, ovvero la disoccuapazione, l’analisi e la comprensione dei metodi usati.

Essendo ancora agli albori della ricerca empirica, i ricercatori poterono basarsi solamente su pochissimi altri studi simili per sviluppare un metodo di analisi, ma sorprendentemente riuscirono in modo eccellente nel loro intento: molto semplicemente, ma soprattutto in modo molto intelligente, cercarono di analizzare il fattore della disoccupazione in tutti i modi possibili, sia in modo quantitativo attraverso dati statistici, sia in modo qualitativo, attraverso interviste e osservazione, un metodo che oggi è conosciuto all’interno della comunità scientifica come triangolazione.

L’analisi di svolse tra il 1931 e il 1932 a Marienthal, un piccolo paese nelle vicinanze di Vienna che era nato e cresciuto intorno ad una fabbrica, la quale dopo la chiusura lasciò la maggior parte della popolazione senza lavoro e costretto a vivere solo con un povero sussidio di disoccupazione.

Per poter entrare in contatto con gli abitanti del luogo e poterne osservare sia le abitazioni che le abitudini venne innanzitutto organizzata una distribuzione di abiti per l’inverno; i ricercatori andarono in ogni famiglia chiedendo quali abiti avessero bisogno e allo stesso tempo annotando lo stato delle case e la composizione delle famiglie. Alla consegna degli abiti, le famiglie si mostrarono poi disposti a raccontare la propria vita famigliare, e a rispondere a domande che vennero poi utilizzate per l’analisi dell’intero villaggio. Vennero anche organizzati corsi di cucito per le donne e attività ginniche per i giovani, in modo da poter entrare in contatto con tutti i gruppi e le età del paese.

Inoltre vennero raccolti dati statistici sul guadagno di ogni famiglia, sulle abitudini alimentari, e sulle attività giornaliere; per osservare il pensiero dei bambini vennero fatti scrivere a scuola alcuni temi sulla disoccupazione o sulle aspettative per il futuro, in modo da osservare una correlazione tra genitori e figli e le conseguenze della mancanza di lavoro sulla loro psiche.

Invece di concentrarsi sull’analisi dei risultati, i quali sono perlopiù interessanti da un punto di vista sociologico, è qui importante osservare il metodo utilizzato nella ricerca e coglierne il rapporto con lo stato attuale delle scienze della comunicazione per poterne trarre un insegnamento.

Mentre nella ricerca di stampo tedesco, e in seguito in quella americana attraverso l’emigrazione di molti studiosi tra cui lo stesso Lazarsfeld, l’analisi empirica sia quantitativa che qualitativa all’interno della ricerca sociale ha avuto una lunga tradizione che è poi riuscita a consolidarsi dopo la seconda guerra mondiale, mentre in Italia abbiamo per lungo tempo assistito ad una stagnazione all’interno dell’analisi storico-letteraria delle scienze sociali, e ad una mancanza del cosiddetto metodo.

Con metodo intendo l’organizzazione, decisione e precisione di regole che aiutino nello sviluppo di una ricerca sociale empirica standard, regole che dovrebbero essere insegnate già dall’inizio del percorso universitario e fatte applicare agli studenti attraverso ricerche, come già avviene nelle facoltà tedesche e inglesi, mentre in Italia si assiste, qui parlo del corso di Scienze della Comunicazione, ad una mera lettura e ripeti tura (scritta o orale) di libri di testo davanti ad un professore, senza una reale cognizione di causa di come applicare nella realtà tutto ciò che si ha studiato.

Il discorso qui si va lentamente ad ampliare, e questa recensione non è il luogo adatto per iniziare dibattiti. La lettura di questo libro può essere molto interessante per gli studenti di Scienze della Comunicazione per potersi fare un’idea sulle problematiche da me suggerite ma anche per tutti gli altri interessati sia alle scienze sociali sia al problema della disoccupazione, in quanto i risultati descritti nel libro sono ancora per lo più attuali o casomai espandibili attraverso nuove ricerche o tesi di laurea nel campo della sociologia empirica.

N.B. L’edizione da me letta è quella originale in tedesco, non ho sottomano la versione italiana, quindi non posso commentare ne la qualità della traduzione né eventuali pre- o postfazioni al testo originale. Per chi fosse interessato a leggere il testo in versione originale, è presente anche un’introduzione di Lazarsfeld del 1960 per la nuova edizione e in appendice una storia e analisi della Sociografia, ovvero della Sociologia empirica.

Jahoda, Marie / Lazarsfeld, Paul F. / Zeisel, Hans (1975): Die Arbeitslosen von Marienthal. Ein soziographischer Versuch. Edition Suhrkamp.

Jahoda, Marie / Lazarsfeld, Paul F. / Zeisel, Hans (1986): I disoccupati di Marienthal. Edizioni Lavoro.

Paolo Manganiello
Paolo Manganiello

Per informazioni --> http://paolomanganiello.pa.ohost.de